Gli studi confermano che il “social freezing” è consigliabile entro i 37 anni.
La crioconservazione ovocitaria per motivazioni personali (ricerca della stabilità economica, carriera lavorativa) e non legate alla presenza di malattia come un tumore, è una strategia efficace in termini di rapporto costo-beneficio, se effettuata entro il compimento del 37esimo anno di età.
Lo ha dimostrato un importante studio scientifico del 2016 (Doyle et al.). Congelare le proprie uova per posticipare il momento in cui si cercherà un figlio dopo i 38 anni riduce significativamente le possibilità di ottenere una gravidanza (Cil et al., 2013), possibilità che si riducono ulteriormente in seguito al compimento del 40esimo anno di età. È per tale motivo ed è sconsigliabile eseguire una crioconservazione ovocitaria dopo i 40 anni. Il progressivo aumento dell’età della donna è, infatti, correlato con una significativa diminuzione della riserva ovarica (e quindi del numero di ovociti disponibili) e con una riduzione della qualità intrinseca e della competenza degli ovociti rimasti. Questi ovociti, se fecondati, possono dare origine ad embrioni con alterazioni cromosomiche che possono indurre ripetuti fallimenti nella ricerca di una gravidanza o un aumentato rischio di aborto. Questo è il motivo per cui la preservazione della fertilità offre concrete possibilità di ottenere una gravidanza a termine solo se effettuata in giovane età.