L’infertilità endocrina ovulatoria può essere curata?

L’infertilità endocrina ovulatoria è così definita quando le ovaie non riescono a produrre ovociti per una causa di tipo ormonale.

“Alla base di questa patologia – afferma Laura Buffo, ginecologa e responsabile del trattamento di PMA del centro Genera Veneto – ci possono essere anovulazioni legate alla sindrome dell’ovaio policistico, disordini ipotalamo-ipofisario, della tiroide”.

Come si può curare?

“Prima di tutto – continua la ginecologa – è importante modificare lo stile di vita, l’alimentazione e fare attenzione al peso. Queste pazienti, infatti, possono avere una alterazione del metabolismo glucidico e insulino-resistenza, per cui può essere utile la terapia con metformina. Il trattamento farmacologico, invece, prevede l’utilizzo di gonadotropine a base di FSH/LH che aiutano a ripristinare l’ovulazione.
L’anovulazione, invece, può essere dovuta ad insufficienza ovarica precoce, cioè un prematuro esaurimento ovarico e per questa situazione purtroppo non esiste alcuna terapia.
Si può avere, inoltre, una amenorrea ipotalamica, dovuta a carenza congenita di GNRH, lesioni ipotalamiche o funzionali. Quest’ultima è associata allo stress eccessivo, perdita o acquisto notevole di peso, esercizio fisico eccessivo o la combinazione di più di questi fattori.
In questi casi – precisa la Dr.ssa Buffo – bisogna cercare di ristabilire l’equilibrio tra alimentazione equilibrata e stile di vita per aiutare la ripresa dell’ovulazione.
Possono esserci, poi, adenomi ipofisari con aumentata produzione di prolattina, che provoca alterazione dei livelli normali di estrogeni. La terapia medica utilizza farmaci dopaminergici (cabergolina, bromocriptina) per abbassare i livelli di prolattina e ripristinare l’ovulazione.
Infine – prosegue l’esperta – la tiroide è una ghiandola molto importante e il suo cattivo funzionamento può alterare il ciclo della donna e ridurre la sua fertilità. L’iper o l’ipotiroidismo, infatti, possono influenzare la regolarità dell’ovulazione; anche in queste situazioni una dieta sana, attività fisica costante e ridurre lo stress possono aiutare la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei in quantità adeguata e aumentarne quindi la sensibilità da parte dei tessuti.
Possono essere intraprese terapie farmacologiche o iodio a seconda delle necessità.
Importante nella gestione delle patologie endocrine – conclude la Dr.ssa Buffo – è mantenere una buona collaborazione tra ginecologo ed endocrinologo al fine di arrivare ad una diagnosi corretta e impostare la terapia adeguata per la paziente sia per l’infertilità che poi per la gravidanza”.