In tutti i centri Genera si adotta la politica del ‘single embryo transfer’:
grazie alle tecnologie a disposizione degli specialisti ginecologi ed embriologi nelle nostre strutture, è possibile oggi raggiungere le più alte possibilità di successo, evitando trasferimenti di più embrioni e riducendo così il rischio di gravidanze gemellari, una delle principali cause di complicanze a seguito di un trattamento di fecondazione assistita e, in generale, una situazione a rischio per mamma e nascituro. Questo approccio necessità però di un appropriato counseling poiché non tutti gli embrioni arrivano allo stadio di sviluppo di blastocisti.
“Questo avviene – spiega Alberto Vaiarelli, ginecologo e responsabile medico-scientifico del centro GENERA di Roma – estendendo la coltura degli embrioni sino al 5-6 gg di sviluppo, senza che questo modifichi le possibilità cumulative del ciclo di trattamento. Trasferire invece 2-3 embrioni aumenta esponenzialmente il rischio che si instauri una gravidanza gemellare”.
“Purtroppo alcune volte le coppie giudicano questo evento come positivo, quasi un modo di ottimizzare il ricorso alla medicina della riproduzione – sottolinea – ma clinicamente si tratta di una situazione a rischio, che vogliamo dunque evitare, avendo a disposizione tutti gli strumenti per farlo. L’adozione del single embryo transfer in tutto il mondo sta aumentando ed è anche il principale motivo per cui, negli anni, si stanno riducendo le nascite multiple da PMA, come segnalato recentemente dalla Società europea di medicina della riproduzione ed embriologia”.