La fertilità – come ci ricorda anche il Ministero della Salute – “è un bene da tutelare e preservare sin dall’infanzia”.
Ogni donna, a differenza dell’uomo, nasce con un numero predefinito di cellule uovo che, con il passare del tempo, si riduce fino ad esaurimento. Infatti la fertilità femminile inizia a diminuire a partire dai 35 anni con un calo molto significativo dopo i 40. Inoltre, sempre il Ministero della Salute specifica che anche “banali infezioni contratte in infanzia e giovane età, se trascurate, possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità”.
Quali sono dunque le principali cause dell’infertilità femminile?
Le principali cause di infertilità femminile – afferma la Dr.ssa Laura Buffo, responsabile del trattamento di PMA del centro Genera Veneto – possono essere diverse: l’età della donna, problemi tubarici, malformazioni uterine, fattori ovulatori e l’endometriosi.
Età della donna
L’età della donna è un fattore importante poiché la qualità e quantità degli ovociti si modifica col passare degli anni e dopo i 35 anni vanno incontro a riarrangiamenti cromosomici significativi.
Problemi tubarici
Le tube possono andare incontro ad ostruzione, dilatazione con conseguente mal funzionamento per patologie infiammatorie, endometriosi, o da pregressi interventi chirurgici.
Malformazioni uterine
Possono essere forme congenite, quali utero setto, bicorne o acquisite come la presenza di sinechie, miomi, fattori infiammatori, che possono impedire il concepimento o essere causa di aborto.
Fattori ovulatori
Sono legati a cicli irregolari o amenorrea da ovaio policistico, da peso eccessivo o troppo al di sotto del proprio BMI oppure da esaurimento ovarico precoce.
Endometriosi
È una patologia che può coinvolgere le tube ma anche le strutture anatomiche vicine come intestino e vescica, creare cisti ovariche che possono richiedere intervento chirurgico con conseguente riduzione della riserva ovarica.