I vaccini mRNA contro il COVID-19 non influiscono sulla fertilità maschile, mostra uno studio

Prosegue il dibattito riguardo al vaccino contro il COVID-19 e al suo possibile legame con la fertilità maschile.

Ora uno studio condotto dal dipartimento di Urologia della University of Miami Miller School of Medicine e pubblicato dal prestigioso ‘Journal of the American Medical Association’ (JAMA) dimostra che i vaccini mRNA Pfizer-BioNTech e Moderna non hanno un effetto negativo sugli spermatozoi. L’autore senior dello studio Ranjith Ramasamy, professore associato e direttore del programma di Urologia riproduttiva della Miller School all’Università di Miami, ha commentato nel corso della conferenza stampa di presentazione del lavoro: “L’esitazione vaccinale ostacola la fine della pandemia COVID-19 e riteniamo che parte di questa esitazione sia dovuta a dubbi sul fatto che il vaccino possa influenzare negativamente la fertilità. Siamo stati i primi a dimostrare che il virus Sars-Cov-2, di per sé, può influenzare la fertilità maschile ed essere una potenziale causa di disfunzione erettile. Ora siamo i primi a esaminare l’effetto del vaccino COVID-19 sul potenziale della fertilità maschile. Effetto che non abbiamo trovato”.

In cosa consiste lo studio

Lo studio ha utilizzato campioni di sperma di 45 uomini senza problemi di fertilità, tra i 18 e 50 anni. Complessivamente, 21 uomini (il 46,7%) hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech, mentre 24 uomini (il 53,3%) hanno ricevuto Moderna. I campioni sono stati prelevati precedentemente alla prima iniezione, e mediamente 70 giorni dopo la seconda dose. “Questo è l’intero ciclo di vita dello sperma e 70 giorni sono un tempo sufficiente per verificare se il vaccino influisca sui parametri del liquido seminale”, ha dichiarato Daniel C. Gonzalez, primo autore dello studio. I periodi di astinenza mediani prima di ottenere i campioni sono stati di 2,8 giorni per il campione di riferimento e di 3 giorni per il campione di follow-up.
Il seme dei 45 pazienti è stato esaminato per determinarne il volume, la concentrazione, la motilità e il numero totale di spermatozoi. Paradossalmente, tutti i parametri sono aumentati in modo statisticamente significativo dopo il vaccino. Tuttavia, nella conclusione dello studio, l’autore ha spiegato che questo cambiamento in positivo può rientrare nella normale variazione individuale e potrebbe essere dovuto all’aumento del tempo di astinenza prima del secondo campione.
Nonostante lo studio non abbia testato i vaccini Johnson & Johnson o AstraZeneca, che non sono basati su piattaforme mRNA, Ramasamy rassicura concludendo: “pensiamo che il funzionamento sia abbastanza simile, nonostante il diverso meccanismo d’azione, perciò, se ci basiamo sulla biologia, non pensiamo che ci debbano essere conclusioni diverse con gli altri due vaccini”.

Il commento del Dr. Filippo Maria Ubaldi

Il  Dr. Filippo Maria Ubaldi, direttore scientifico del gruppo GeneraLife, ha commentato: “La pubblicazione di questo lavoro su una rivista cosi prestigiosa rappresenta per tutta la comunità scientifica internazionale una rassicurazione importante. Tuttavia, i risultati dovranno essere confermati da altri studi più grandi e accuratamente rappresentativi della popolazione, per poter giungere a una conclusione definitiva”. Ora non resta che aspettare, con un po’ di apprensione in meno.