Per quanto riguarda la fecondazione assistita omologa, i limiti di età sono correlati sicuramente all’età della paziente.
“Più si va avanti con l’età, infatti – ci spiega Alberto Vaiarelli, ginecologo e coordinatore ricerca area medica del centro GeneraLife Roma – e più abbiamo un depauperamento, una diminuzione qualitativa e quantitativa di ovociti. Se dovessimo identificare un limite di età sarebbe 44-45anni. Consideriamo anche che elevati valori di FSH, come anche l’età superiore a 45 anni, non ci danno la possibilità di prescrivere le gonotropine, che in Italia vengono rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale. Quindi, nella fecondazione omologa il limite sicuramente è 44 anni, poiché le fecondazioni in vitro non riesce a migliorare la qualità dei nostri gameti. Nella fecondazione eterologa, invece, il limite secondo la norma di legge è di 50 anni. Dobbiamo tener presente che, anche se è stato fissato un limite così ampio, il buon senso sta nel considerare sempre che le gravidanze dopo i 45 anni, anche con ovodonazione, comportano dei rischi molto elevati. Quindi nel counseling con i pazienti, è molto importante sottolineare che tutte le gravidanze in età materna avanzata sono correlate a un maggior rischio ostetrico e a un maggior rischio neonatale collegato a tutte le problematiche connesse, appunto, a una gravidanza ottenuta in età così avanzata”.