“Una delle questione più dibattute con le pazienti quando vengono alla mia osservazione per chiedere informazioni o per intraprendere tecniche di procreazione medicalmente assistita – spiega Cindy Argento, ginecologa responsabile trattamento Pma GeneraLife di Roma – è se la stimolazione ovarica possa in qualche modo aumentare il rischio di sviluppare il tumore alla mammella. Mi sento di rassicurare le pazienti a riguardo, perchè oramai le stimolazioni ovariche vengono condotte in numeri elevatissimi a livello mondiale annualmente e tutti i migliaia di studi condotti, sono concordi nel chiarire che no la stimolazione ovarica di fatto non aumenta il rischio di sviluppare il cancro alla mammella. C’è una questione da precisare: il tumore alla mammella è un tumore estremamente frequente. Una donna su trenta nel corso della sua vita, ha il rischio di svilupparlo. Questo cosa vuol dire? Che comunque la prevenzione è importante. Quindi lo screening e il controllo alla mammella, è un qualcosa che noi abbiamo il dovere di consigliare alle nostre pazienti. È sufficiente una ecografia mammaria da eseguire una volta all’anno, nelle pazienti di età inferiore ai 40 anni: questo esame, dovrà essere integrato con una mammografia nelle pazienti più grandi. Quindi quando le pazienti vengono per intraprendere un percorso di PMA se non hanno eseguito questo screening nell’anno precedente, è nostro compito farglielo eseguire. Ne deriva che, a prescindere dal fatto che una donna voglia intraprendere o meno un percorso di procreazione medicalmente assistita, il consiglio è sempre quello di eseguire uno screening per il tumore alla mammella”.